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mercoledì 11 maggio 2011

SPOT INTIMISSSSSIMI

L’11 maggio 2011 un terromoto sconvolgerà Roma

Si torna a parlare dell’11 maggio 2011 e del terremoto che sconvolgerà Roma. E’ nel 2009 che la notizia fa il giro del web ne non solo. La previsione viene ritrovata tra i manoscritti di Raffaele Bendandi astronomo e sismologo italiano nato nel 1893 e morto nel 1979. La notizia è infondata dicono i giornali e la televisione. E non se ne parla più. Ma oggi, all’ingresso del 2011, il web impazzisce e la profezia ritorna. Perché?

di CLAUDIA MIGLIORE

13 gennaio 1915 ore 7.48. La terra trema ad Avezzano, in Abruzzo. Undicesimo grado della scala Mercalli. Trentamila vittime su 120.000 abitanti. Ad Avezzano restano in vita solo 3.000 abitanti su undicimila. Il terremoto della Marsica. Così passa alla storia, dopo soli 7 anni da quello di Messina.

6 maggio 1976 ore 21.06. Una scossa di terremoto di magnitudo 6,5 scuote le viscere del Friuli. Sono quasi mille i morti e 45.000 i senza tetto.

Qualcuno li aveva previsti quei terremoti. Aveva previsto la zona e aveva previsto il periodo. Quel qualcuno era Raffaele Bendandi, astronomo, sismologo, scienziato fai da te. Niente laurea. Nessuna esposizione scientifica. Solo una grande passione e un genio formidabile.

Lui è “l’uomo che prevede i terremoti”. Il Corriere della Sera lo chiama così il giorno dopo il terremoto di Senigallia del 2 gennaio 1924. Raffaele lo aveva previsto. Come aveva previsto quello della Marsica, annotando tempo prima su un foglietto di appunti la data e il luogo. Come aveva previsto quello del Friuli del 1976. Nel 1976 Bendandi non sa che dopo 3 anni morirà. Lui prevede i terremoti. Ma nessuno gli crede. Non è un vero scienziato e poi quelle strane teorie su nuovi pianeti, congiunture cosmiche, tutte sciocchezze. Raffaele Bendani muore in circostanze misteriose il 3 novembre 1979.

La teoria cosmica di Bendandi
Il filmato è in bianco e nero. Bendandi è anziano. Ha gli occhiali spessi ma gli occhi vispi e acuti. E’ stato invitato dalla Rai per un’intervista al telegiornale. E’ lì che spiega alle famiglie italiane la sua teoria. Lo farà di nuovo, nel 1979. In un filmato, questa volta a colori, Bendandi mostra la stessa energia e certezza di dieci anni prima. Poco dopo morirà. “L’origine dei terremoti secondo la mia teoria è prettamente cosmica. Secondo dati da me raccolti e controllati il sisma avviene quando nel giro mensile di una rivoluzione lunare l’azione del nostro satellite va a sommarsi a quella degli altri pianeti”. Sono la luna, il sole e gli altri pianeti che, secondo l’astronomo, provocano rigonfiamenti della superficie terrestre scatenando movimenti tellurici. I terremoti secondo le sue teorie sarebbero pertanto assolutamente prevedibili.

L’11 maggio 2011
Paola Lagorio è presidente dell’Associazione “La Bendandiana” che custodisce tutti i manoscritti di Bendandi. Alcuni dei documenti con le sue previsioni per il 2011 erano stati prima gettati nel fuoco e poi salvati. In quelle carte sono contenuti numeri e considerazioni che improvvisamente nel 2009 fanno gridare alla catastrofe. Avverrà a maggio del 2011, a Roma, un terremoto devastante. Persino Voyager se ne occupa sul finire del 2009 e Paola Lagorio viene intervistata in trasmissione sdrammatizzando: «Nei documenti relativi al 2011 non si trova nessun riferimento a luoghi o date precise, come quelle riportate su Internet. Le notizie su un presunto terremoto previsto per l’11 maggio 2011 a Roma sono destituite di ogni fondamento… e poi Bendandi non poteva fare previsioni a così lungo termine…”. Bene, tutti si tranquillizzano e non se ne parla più.

Fino ad oggi, fino a qualche giorno fa. Basta farsi un giro sul web per capire che qualcosa non va. Sta ritornando il panico. La notizia torna, si diffonde e accade anche di più. Nelle vie del centro di Ciampino vengono affissi alcuni volantini, a firma della Protezione Civile, che sostengono di prevedere un apocalittico terremoto per il giorno 11 maggio 2011. Si invita la cittadinanza a dormire due giorni prima e due, tre giorni dopo la data prevista all’esterno delle proprie abitazioni.
La protezione civile di Ciampino disconosce la segnalazione.

(10 maggio 2011)

Cura Di Bella….che fine ha fatto?

by ChiccoIII
Fra il 1997 ed il 1998 e per diverso tempo l’Italia si è dibattuta accanitamente per uno scienziato modenese che era balzato all’attenzione dei mass media per aver trovato una possibile cura a diverse tipologie di cancro.

Luigi Di Bella nato a Linguaglossa (Mo) nel 1912, già nel 1974 era noto per le sue ricerche inerenti ad alcune patologie ematiche, tenne una relazione al congresso mondiale di fisiologia di Nuova Delhi.

Nel dicembre del 1997 i mass media non poterono ignorare la sentenza emessa dal giudice, nonché Pretore di Maglie, che ordinava all’ A.s.l. di competenza di fornire a sue spese i medicinali necessari per una terapia non convenzionale per un paziente malato di cancro.

La terapia non convenzionale in questione era appunto quella trovata dallo scienziato modenese Luigi Di Bella, ed essa consisteva nell’utilizzo di un cocktail di ormoni (somatostatina e melatonina) e vitamine.

Da quel momento l’Italia, come spesso accade, si è divisa in due tra contrari o scettici e favorevoli o speranzosi. Il mondo della medicina era scosso e dubbioso, poiché il Metodo Di Bella, MDB o multiterapia Di Bella, non era riconosciuto ufficialmente, inoltre non era mai stata sperimentata ufficialmente e quindi priva di un fondamento scientifico che ne testimoniasse l’efficacia. Mentre la casa dell’anziano fisiologo veniva invasa da centinaia di speranzosi ammalati che chiedevano di essere curati, televisioni e giornali intervistavano diversi pazienti che testimoniavano di essere stati curati dalla terapia, questo con tanto di cartelle cliniche alla mano.

Venne istituita una commissione scientifica dall’allora Ministro della Salute Rosy Bindi dicono le fonti ufficiali, più a furor di popolo diciamo noi, che doveva verificare l’efficacia della terapia.

La commissione scientifica bocciò la cura e le sperimentazioni successive effettuate in diverse fasi ratificarono l’esito. Nel frattempo Luigi Di Bella viene nominato dal Newsweek magazine, famoso periodico statunitense, “Dr. Hope” (Dottor Speranza).

La sperimentazione iniziale si concluse nel 1999 con la bocciatura, Di Bella attribuì il fallimento principalmente a tre fattori, uso errato dei medicinali, errate dosi utilizzate e soprattutto casi clinici presi in esame, in stadio troppo avanzato per l’efficacia della cura, infatti se il paziente è già stato sottoposto a chemioterapia, sosteneva Di Bella che fosse solo degenerante per il paziente.

Nel tempo l’attenzione all’ MDB si attenuò ed i media si disinteressarono della questione.

Luigi Di Bella convinto di essere stato schiacciato dal male oscuro della politica più che dalla sua amata medicina continuò a seguire i suoi pazienti con amore e con la fede in se stesso, incrollabile fino all’ultimo. Dopotutto non proponeva un nuovo farmaco ma solo l’utilizzo in maniera differente di medicinali già esistenti quindi cosa si doveva sperimentare? Con queste domande si spegneva nel luglio del 2003 nella sua casa di Modena.

Solo nel 2007 arrivò una sentenza che parve definitiva sulla multiterapia Di Bella, con una lettera del 30 dicembre il Consiglio Superiore della Sanità rivolta all’allora Ministro della Sanità Storace sancisce l’inefficacia dell’MDB e ne sconsiglia una nuova sperimentazione in quanto tale terapia “potrebbe” risultare non solo inefficacie ma negare in modo definitivo la cura attraverso i farmaci anti-neoplastici di già dimostrata efficacia.

Insomma a dubbi si aggiungono dubbi, ma di fatto mentre lo scienziato viene bocciato dalla politica e dai suoi organi preposti, i suoi pazienti lo hanno promosso in pieno.

Giornali autorevoli, come il British Medical Journal, letto in tutto il mondo e forse anche letto da quei “saggi” che hanno bocciato la multiterapia Di Bella, sosteneva che l’Italia aveva fallito l’obbiettivo che pareva posto a portata di mano.

La battaglia iniziata da Luigi, oggi continua con i figli Giuseppe e Adolfo Di Bella, in prima linea attraverso la “Fondazione Giuseppe Di Bella” che raccoglie fondi e firme a difesa di quanto portato avanti con sacrificio dal padre, i casi in cui il cancro si è fermato o è regredito dinanzi alla terapia continuano ad aumentare come è possibile rilevare sul sito ufficiale della fondazione www.metododibella.org o sul sito www.dibellainsieme.org, dove oltre a tutte le informazioni sulla cura si può comprendere che importante per una persona che soffre, non è sempre avere dei dati scientifici che dimostrano che presto sarà tutto finito, ma è molto più importante la qualità della vita, infatti continua la raccolta firme attraverso i forum ed i siti dedicati per fare in modo che la somatostatina, ormone fondamentale per i pazienti in cura con l’MDB si possa trovare tranquillamente in farmacia mentre attualmente può essere utilizzato solo in ambiente ospedaliero.

Tutte le famiglie e non solo italiane hanno avuto perdite dovute al cancro e sinceramente se c’è anche un 0,10 per cento di possibilità che queste persone possano bloccare l’avanzamento del male e vivere meglio e più a lungo tutti darebbero il consenso. Dire che è sconsigliato un’ulteriore approfondimento della questione, come fatto dal Consiglio Superiore della Sanità nel 2007, è come mettere sotto la sabbia la testa e nascondersi. Oggi i dati positivi dell’MDB sono tanti, e tante sono le sentenze di Pretori che continuano a dare ragione ai pazienti che vogliono essere curati con la terapia Di Bella ed allora perché lo Stato non tira fuori la testa dalla sabbia ed una buona volta permette che uno abbia il diritto di scegliere come essere curato? In attesa che la politica mediti un po’ meno su intercettazioni ma soprattutto a migliorare quanto c’è già di buono in questo paese continuiamo a sperare “Dr. Hope”.

ALLORA.....E' UN.....