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venerdì 7 settembre 2012

Lavorare nell'Ict? Studiate Legge

Volete lavorare nell’ICT? Iscrivetevi a Giurisprudenza o Scienze politiche. In merito al recente bando emesso dalla Regione Umbria, le dichiarazioni di A3I riguardano in realtà tutto il Paese. “Non date retta a giornali, riviste, head hunter, centri studi, e a tutti coloro che vi consigliano di iscrivervi alle facoltà scientifiche o ad ingegneria. Per poter trovare lavoro rapidamente è assai meglio studiare i codici e le varie procedure del diritto che vi daranno molte possibilità. Infatti, oltreché nel campo specifico, tali studi vi doteranno di una solida preparazione anche nel campo scientifico-tecnologico dell’ICT, in particolare nella progettazione e gestione delle reti telematiche”: sono le dichiarazioni ironiche del presidente dell’Associazione Italiana Ingegneri dell’Informazione A3I di Torino, Enrico Bettini (foto). Si riferisce in particolare alla Regione Umbria ma in generale ad un modo di fare sconveniente di tutto il sistema Paese nel gestire il servizio fornito nell’ICT. La Regione Umbria ha emesso un bando riservato solo ai laureati in Giurisprudenza e Scienze Politiche per un incarico di “collaborazione coordinata e continuativa a supporto del servizio sistema informativo regionale per le attività connesse all’attuazione del piano telematico 2011-2013”. Tale incarico consiste nel supporto tecnico-specialistico e lo svolgimento di attività di studio, ricerca e comunicazione nell’ambito della rete regionale di cablaggio a banda larga e del passaggio del segnale radiotelevisivo dal sistema analogico a quello digitale terrestre. In particolare è previsto l’espletamento delle attività di supporto ed assistenza nelle attività finalizzate al completamento dello schema generale della rete regionale di cablaggio a larga banda. Questo da realizzare mediante l’analisi sull’applicazione di nuove tecnologie per l’efficienza della pubblica amministrazione regionale, l’individuazione dei campi di sperimentazione su applicazioni e servizi dedicati alla banda larga, l’analisi sull’utilizzo, da parte di cittadini e imprese, delle nuove tecnologie offerte dalla Pubblica Amministrazione, l’individuazione di forme di comunicazione indirizzate alla sensibilizzazione sull’utilizzo delle nuove tecnologie e alla diffusione della cultura dell’innovazione e della conoscenza e gli interventi finalizzati ad accrescere la capacità regionale in ricerca e sviluppo tecnologico ed innovazione. È richiesta anche la capacità di espletare il supporto e l’assistenza nelle attività connesse al completamento della fase di transizione della trasmissione del segnale radiotelevisivo, dal sistema analogico a quello digitale terrestre per garantire il necessario raccordo, coerenza e continuità delle azioni regionali con le amministrazioni centrali e le emittenti locali nel prosieguo delle attività in materia. Inoltre anche per monitorare l’attuazione dei progetti approvati in esito al bando regionale di cui alle deliberazioni della Giunta regionale n. 613 del 14.06.2011 e n. 644 del 20.06.2011 anche al fine di una valutazione ex post dell’intervento stesso. Il supporto e l’assistenza sono richieste anche per effettuare la valutazione tecnico-amministrativa delle schedature che le televisioni locali dovranno presentare in assolvimento agli obblighi di cui alla delibera della Giunta regionale n. 703 del 27.06.2011 concernente le disposizioni transitorie per gli impianti esistenti e per provvedere alla definizione di un catasto delle infrastrutture per le telecomunicazioni, comprendente sia le infrastrutture radiotelevisive che quelle per la diffusione della connettività internet e quelle destinate alla telefonia mobile. Tutto questo che è presente nel bando viene qui riportato per far constatare che “si tratta di attività professionali tecniche che, fino a poco tempo, fa erano tipiche degli ingegneri dell’informazione, ma che ora paiono essere meglio svolte dai laureati in Giurisprudenza e Scienze politiche che hanno surclassato rapidamente gli ingegneri che, poverini, non possono nemmeno partecipare al bando” ha sottolineato Bettini. “Non ci resta che porgere i nostri complimenti agli artefici di questo miracolo che non potrà che favorire l’innovazione tecnologica del nostro Paese, colmare il digital divide, e dare impulso alla stagnante situazione economica” ha continuato paradossalmente il presidente. Facciamo notare a tale proposito che uno degli scopi principali dell’associazione non è un interesse corporativo come in prima battuta ai più potrà sembrare ma che l’Ingegneria dell’Informazione può contribuire ad un sano ed ordinato sviluppo dell’Information and Communication Technology (ICT), attuando così l’innovazione vera ed accrescendo la competitività del nostro Paese, infatti la questione non riguarda solo l’Umbria. I lavori nel settore dell'ICT, attualmente sono spogli di normativa e dovrebbero essere regolamentati per legge, in modo che si svolgano rispettando uno studio di fattibilità, la progettazione in tutte le sue forme, l’esecuzione con direzione lavori e il collaudo finale per evitare i numerosi black-out di cui è costellata la storia del settore, basta consultare la “Galleria dei disastri” presente nel sito internet dell’associazione www.a3i.it. Affinché la qualità, la sicurezza e la privacy dei sistemi informatici, ormai “sistema nervoso” di ogni società avanzata, siano comunque garantite ai loro utenti e non vengano sacrificate in nome di un immediato ed illusorio risparmio sulle fasi dei lavori e soprattutto per evitare che non si perda più tempo prezioso per recuperare il Paese che sta precipitando sempre più in basso in tutte le graduatorie mondiali riguardanti l’ICT, l’innovazione e la competitività. “Crediamo quindi che ogni dubbio sia fugato – ha concluso sarcasticamente Bettini - perché iscriversi ancora ad Ingegneria o ad Informatica specialistica? Perché rompersi la testa con algebra, geometria, analisi, teoria dell’informazione e della trasmissione, reti, database, linguaggi di programmazione, e così via? È meglio farlo con diritto romano, diritto privato e pubblico, economia politica, procedura penale e civile”. Vito Piepoli