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giovedì 9 giugno 2011

SANTORO...VERITAS

OH RAGGAZZI!! MA DI COSA STIAMO PARLANDO? SIAM MICA QUI A MISURARE BRUNETTA COL RIGHELLO??

SANTORO A GARBIMBERTI: “SE VOLETE ANNOZERO SONO PRONTO A CONDURLO A UN EURO A PUNTATA ”

Michele Santoro sceglie il prologo dell’ultima puntata di Annozero per congedarsi dalla Rai. “Caro presidente Garimberti, se fossi in lei non mi preoccuperei di quello che sto per dire, ma di quello che lei sta per fare – ha iniziato il conduttore -. Chi è il vero artefice del destino della Rai? Io sono un giornalista della Rai. Anche Celentano è della Rai. Chi è che gli impedisce da anni di fare un programma sulla tv pubblica?”. Un addio, ma con la porta socchiusa, quello di Santoro. Che alla fine del suo monologo, a sorpresa, annuncia: “Vorrei che lei, presidente Garimberti, scegliesse in libertà se in questa azienda una trasmissione così la volete o no. Io non ho ancora firmato con nessun altro editore e quindi da domani teoricamente potrei essere disponibile a riprendere questo programma al costo di un euro a puntata nella prossima stagione”. Una nuova edizione di ‘Annozero’ davvero libera e non trasmessa per decisione dei giudici, che hanno reintegrato il giornalista tra i ricorsi dell’azienda. E mentre il conduttore si appella ai vertici Rai, Antonio Verro, consigliere di maggioranza di viale Mazzini, va a trovare Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli. In giornata, il conduttore si era espresso negativamente contro un’altra trasmissione Rai, ‘Ballarò’, chiedendo più pluralismo.

“Nella mia visione della vita c’è la dignità del lavoro – spiega Santoro – che è la condizione della libertà”. Perché il giornalista, ricorda lui stesso, oltre ad essere “della Rai” è anche figlio di un ferroviere. “Quando si attacca la gente come me – continua – offende la gente come mio padre, perché gli impedisce di avere un sogno”. Eppure, adesso è stanco. ”Non si può sempre resistere resistere resistere”, spiega. Il conduttore è in attesa del giudizio della Cassazione sul suo reintegro, già disposto dai giudici in primo grado e in appello. Un contenzioso che “si è ritenuto di far cessare per recuperare la piena reciproca autonomia decisionale”, spiegava la Rai tre giorni fa in una nota, annunciando il divorzio “consensuale” dell’azienda da Santoro. Una fuoriuscita, quella del conduttore, posta come condizione per qualunque accordo da viale Mazzini. ”Io non voglio più andare in onda perché lo decidono i giudici – sottolinea il conduttore -. Ma anche se avessi vinto in Cassazione, non sarei stato contento. Perché non sarei stato considerato uno della Rai, ma uno graziato dai giudici di sinistra”.

Una battaglia che parte da lontano. E che ha il suo scontro principale nel 2002, quando il presidente del Consiglio emana quello che è passato alla storia della televisione come ’Editto bulgaro’. “Biagi, Luttazzi e Santoro hanno fatto un uso criminoso della televisione pubblica”, dice il premier da Sofia. Risultato: i tre vengono allontanati dalla Rai. E Santoro apre il suo contenzioso con l’azienda, ancora non concluso. In mezzo ci sono polemiche, una telefonata in diretta dell’ex direttore generale della Rai Mauro Masi e uno scandalo. “Uno scandalo mondiale”, lo definisce oggi Santoro. ”Presidente Napolitano – è l’appello del conduttore – ci rendiamo conto che siamo l’unico Paese in cui l’arbitro della comunicazione è espresso direttamente dai partiti?”. Il riferimento è all’Agcom che, tra i numerosi attacchi alla trasmissione, ha un posto di rilievo. Quello nel fascicolo della procura di Trani, in cui compaiono le telefonate tra un ex dipendente dell’Autorità garante per le Comunicazioni, Giancarlo Innocenzi, e il premier. Conversazioni in cui Berlusconi chiede di mettere fine a programmi come ‘Annozero’ e commenta che se l’Agcom non ne è capace allora fa davvero “schifo”.

“C’è una cosa che ha urtato la mia sensibilità – ha aggiunto il giornalista -. Voi dicevate che ero in onda per giudici, ma mentre ‘Annozero’ incassava milioni di euro, questi erano spesi da avvocati per portarmi in tribunale fino in Cassazione”. ”Se la mia andata via serve ad evitare il bombardamento di ciò che rende grande il servizio pubblico, come Fazio, Gabanelli, Dandini, Iacona - prosegue Santoro – preferisco andare via”. “Ora al diavolo ‘Annozero’ – conclude – comincia l’Annonuovo”.