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martedì 5 luglio 2011

INTERNET, ogni minuto 160 milioni di email E in 695mila cambiano status su Facebook

Social network e messaggi di posta elettronica. Lo scambio di informazioni in Rete ha raggiunto livelli non immaginabili fino a qualche anno fa. E tutto si può fare con piccoli pc e smartphone, le cui prestazioni fanno impallidire se confrontate con quelle dei megacervelloni progettati dagli scienziati.

A guardare la quantità di messaggi che arrivano nella casella di posta elettronica qualche sospetto c’era già. Ora la conferma arriva da una bizzarra ricerca, secondo cui ogni minuto su Internet viaggiano la bellezza di 160 milioni di e-mail. Un vero e proprio fiume in piena i cui rivoli, spesso non troppo graditi, finiscono nelle caselle elettroniche di tutto il mondo. A scattare una fotografia di quello che accade nella rete ogni 60 secondi è stato il sito Go-Gulf.com, che in un’infografica ha riassunto le operazioni principali che vengono effettuate dagli utenti di tutto il pianeta. Internauti normali, con pc più o meno potenti. Niente a che vedere con i supercomputer che, con le loro prestazioni e i loro consumi, fanno impallidire questi dati.

Lo schema del Go-Gulf.com conferma l’ascesa dei social network, che ancora non si avvicinano ai numeri delle ‘vecchie’ e-mail ma registrano delle prestazioni di tutto rispetto: in un minuto, infatti, vengono aggiornati 695 mila status su Facebook e postati 510 mila commenti, mentre su Twitter vengono creati 320 nuovi profili e generati 98 mila tweet. Tra le tante altre applicazioni famose della rete, l’infografica segnala 370 mila minuti di chiamate via Skype, 13mila app scaricate per l’iPhone, ma anche 60 nuovi blog e 1500 post su quelli già esistenti. Grandi numeri anche per Google, con più di 650mila ricerche al minuto, e Yotube dove nello stesso tempo gli utenti caricano 600 nuovi video, corrispondenti a più di 24 ore. Attenzione da parte degli internauti anche per la musica, con 13mila ore prodotte dalla radio personalizzata Pandora.

Tutto questo in soli 60 secondi, grazie all’uso di pc, smartphone e tablet più o meno avanzati. Nemmeno paragonabile a quello che potrebbe succedere se si diffondesse l’uso di supercomputer come quello di recente realizzato in Giappone. E che ha di fatto strappato alla Cina il primato di ‘supercomputer più potente al mondo’. Certo, questo megacervellone è un esemplare unico al mondo, ma è probabile che tanti piccoli ‘fratelli’, meno potenti, inizino a diffondersi nei prossimi anni aumentando di gran lunga la capacità di effettuare operazioni online.

Quattro scienziati, tre americani e uno tedesco, stilano due volte all’anno la classifica dei Top500 pc, elencando gli esemplari più degni di nota. Grazie a una complessa equazione, i ricercatori testano uno per uno i computer candidati e li classificano in base alla loro potenza. In cima all’ultima classifica troviamo quello che è stato chiamato semplicemente ‘K‘, realizzato dal Riken Advanced Institute for Computational Science di Kobe, in Giappone. Questo supercomputer, costruito dalla Fujitsu, è in grado di effettuare in un solo secondo 8,2 quadrilioni (milioni di miliardi) di operazioni, grazie agli 80mila processori capaci di lavorare contemporaneamente. Rispetto all’ultima ‘Top500′, K ha spodestato il ‘Tianhe-1‘, custodito al National Supercomputing Center di Tianjin, in Cina, che di operazioni ne fa ‘solo’ 2,6 quadrilioni e aveva raggiunto la vetta qualche mese fa.

La potenza raggiunta da K è pari a quella di un milione di normali computer domestici che lavorano tutti insieme. Secondo i tecnici nipponici il record è solo provvisorio. Già nei prossimi mesi cercheranno di aggiungere nuovi processori per arrivare al tetto di 10 quadrilioni, il vero traguardo a cui tutti aspirano, e che però potrebbe essere raggiunto da ‘Blue Waters‘, un promettente supercomputer in costruzione all’Università dell’Illinois. Al terzo posto della classifica dei megacervelloni scivola il ‘Jaguar‘ dello statunitense Oak Ridge National Laboratory, ma agli Usa rimane il primato di avere ben cinque macchine nelle prime dieci posizioni, mentre Cina e Giappone ne hanno due a testa. La Francia invece una. Per trovare il primo dei quattro supercomputer italiani presenti nella ‘Top500′ bisogna scendere fino al 54esimo posto. Si tratta della macchina gestita a Bologna dal consorzio universitario Cineca, ‘IBM P575 Power6‘.

Questa classifica non è solo una banale gara di prestigio al supercomputer più veloce. Macchine potenti, infatti, servono per effettuare i complessi calcoli richiesti dalle grandi simulazioni che usano molte variabili, come quelle legate ai cambiamenti climatici o ai futuri terremoti oppure alle fluttuazioni della borsa. Se qualcuno volesse invece usarlo per aggiornare la propria pagina di Facebook dovrebbe prepararsi ad affrontare bollette milionarie, oltre a sborsare i 10 milioni di dollari per l’acquisto. Perché la potenza di K si traduce anche in un consumo elettrico spaventoso: il supercomputer vincitore consuma la stessa energia elettrica di 10mila famiglie.

di Valentina Arcorio, Pianetascienza

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